Per Favore

Ogni volta che noi chiediamo – per favore…-. chiediamo senza avanzare pretese, con gentilezza e umiltà. Questo agisce interiormente nella persona alla quale ci rivolgiamo con l’effetto immediato che la mente e il corpo ha un rilassamento, il ritmo respiratorio e cardiaco rallenta, lo spazio in cui avviene la relazione è di calma e serenità. Tutto ciò produce nell’altra persona vera disponibilità ad ascoltare la nostra richiesta e ad adoperarsi a nostro favore. Vediamo che l’altra persona ci guarda con attenzione, spesso ha un sorriso di consenso, le braccia sono libere lungo il corpo e se è seduta le gambe se erano incrociate sciolgono questa posizione di chiusura e si dispongono una accanto all’altra con entrambi i piedi appoggiati a terra. Il corpo reagisce positivamente al messaggio inconscio di – per favore – perché il suo significato ha un potere energetico che ci tocca e arriva al cuore. Perciò – per favore – è una delle parole guaritrici  delle Costellazioni Familiari di Bert Hellinger. Quando chiediamo – per favore- la nostra voce ha un suono con un tono e un colore lieve armonioso, cioè esprime gentilezza e pacatezza. Niente ansie, niente paure, niente fretta, niente voler a tutti i costi. Semplici e sereni, anche nell’accogliere un eventuale: – mi dispiace, non posso farlo -. – Per favore – vuol dire chiedere aiuto tenendo conto delle reali possibilità che la persona a cui ci rivolgiamo ha e dei suoi limiti. Perciò non ci sono pretese, perché la pretesa guarda solo le necessità impellenti del proprio egoismo. – Per favore – a prescindere dal risultato concreto dell’aiuto, ha effetti benefici per la persona che chiede e per la comunicazione e la relazione, cioè fa bene, crea ben essere. Perchè? La qualità energetica del movimento interiore che come un’onda propaga la sua vibrazione in tutto il corpo è la fiducia. In che cosa? In chi? In se stessi ,innanzitutto, nel riconoscere il proprio potere di chiederee e saper chiedere: – credo e mi affido alla mia capacità di saper chiedere.- Fiducia nella persona a cui mi rivolgo: – credo e nella tua possibilità di rispondere alla mia richiesta . Questa fiducia, da una parte è realistica, cioè legata alle possibilità concrete e materiali che l’altra persona ha, quindi anche ai suoi limiti. Dall’altra parte, fiducia ha il significato più profondo, la fiducia è :- io credo nelle tue capacità potenziali di poter aiutarmi a risolvere un problema . Questa è la fiducia del cuore connessa alla dimensione spirituale e che ha il potere di guardare oltre e in modo più ampio in modo creativo. Nella pratica vuol dire non ho quello che ti serve, posso riflettere e farmi venire un’idea – Cioè l’altra persona mi dà il suo tempo e la sua attenzione per trovare una soluzione nuova. Ciò che viene attuato è un processo di sviluppo del pensiero creativo. Quindi la mia fiducia è nella potenzialità creativa dell’altra persona a cui mi rivolgo e con la quale partecipo in qualche modo e divento parte attiva della mia stessa richiesta.
Avere fiducia è il più grande riconoscimento che possiamo fare di noi e di una persona. Questa fiducia ha delle caratteristiche ben delineate e riconoscibili: ha gli occhi aperti, cioè vede la vita così com’è, i pregi e i limiti umani; ha i piedi ben appoggiati a terra, cioè tiene conto della realtù concreta; ha una visione spirituale della vita, cioè sa che c’è una forza creativa che unisce e offre nuove possibilità. Senza aspettative e pretese si espone e chiede con umiltà. Perciò l’aiuto arriva.

Chi non sa chiedere:- per favore –

Tutti coloro che hanno una pretesa e che considerano le loro richieste “dovute”. Tutti coloro che nella relazione si appoggiano all’altra persona per ogni cosa, come sanguisughe mai sazie del sangue che succhiano. Tutti coloro che presumono di essere qualcuno e si pongono sempre al di sopra degli altri, anche dei loro superiori. Tutti coloro che giudicano i loro genitori.
Tra coloro che attraversano una crisi o un forte malessere esistenziale, una malattia, la difficoltà a chiedere emerge soprattutto con la chiusura e i continui – non ce la faccio -, – non serve a niente -, con il lamento continuo. Tutti comportamenti che peggiorano il mal di vivere, la malattia e svuotano di energia e forza chi sta accanto. Un esempio in particolare della persona che non sa chiedere è è il depresso. Egli è tutto riversato sul suo star male, anche fisicamente lo mostra, nell’accartocciarsi sul suo corpo, nel passare tante ore in un letto, o ripiegato in due su una sedia. L’atteggiamento vittimistico che vede solo il proprio piccolo spazio nero e senza speranza. Quando un familiare o un amico si avvicinano e cercano a modo loro di stimolarlo verso qualcosa di diverso e positivo, reagisce con scatti di nervosismo o con la solita frase- non serve a niente -. Il depresso tende di fatto a vanificare ogni buona azione e proposito altrui. Dietro sicuramente c’è una storia individuale e familiare da considerare con rispetto. Ciò che voglio focalizzare qui sono alcuni elementi che ostacolano spesso il primo passo per cominciare a guarire, ed è il passo di chiedere – per favore, ho bisogno di aiuto-. Nessuno può essere aiutato se non decide di chiederlo con umiltà.
La depressione si cura e si guarisce, così come si superano crisi e momenti difficili. Ci sono varie strade che a volte vanno unite, per es. l’uso di farmaci insieme ad un percorso interiore psicolterapeutico o altri trattamenti validi e sperimentati della medicina dell’anima. E’ necessario che familiari e amici comprendano che se non riescono ad aiutare la persona che amano nonostante le loro buone intenzioni e sforzi, non se ne rammaricano, spesso le relazioni familiari sono molto complesse e hanno bisogno di essere guardate nel loro intreccio sistemico. Questo lo sa fare un terapeuta esperto e di esperienza delle dinamiche dell’anima. I familiari e amici possono evitare di sentirsi frustrati e impotenti se scelgono di aiutare nell’unico modo possibile: indirizzare il proprio familiare ad un professionista.
Nell’incapacità di chiedere – per favore- c’è un aspetto infantile. I bambini non chiedono – per favore-. Sono i genitori insieme ad altre figure parentali che glielo insegnano con pazienza.
Per un certo periodo di tempo, i bambini dicono ciò che vogliono in modo imperativo, quasi come un comando. La madre deve immediatamente rispondere per soddisfare i loro bisogni. Se questa modalità permane crescendo nell’età adulta, vuol dire che quel bambino non è riuscito a fare il passo di crescita che tiene conto anche delle esigenze degli altri nella relazione. Noi diciamo che è una persona arrogante, prepotente. Di fatti è un adulto il cui bambino interiore ha ancora qualcosa da risolvere con la propria mamma. Chi pretende nella vita è in conflitto con la madre. Egli quando si rivolge al partner, al collega, ad un parente, con arroganza e superiorità, interiormente è collegato alla mamma, come faceva quando era solo un piccolo bambino, cioè con la pretesa di essere soddisfatto subito e come vuole lui.
Quindi saper chiedere– per favore- è una conquista della crescita interiore dell’essere adulti..
Si è in grado di stare con i propri bisogni, le proprie emozioni e sentimenti, i propri obiettivi, insieme alle difficoltà di raggiungere il risultato e le sconfitte, senza scaricare su altri i propri disagi o dannarsi. L’adultità significa che è possibile trovare una soluzione ad ogni problema, e che spesso da soli è difficile e occorre chiedere l’aiuto giusto per ciò che ci necessita. Chiedere per favore non è un atto di debolezza, piuttosto di grande forza interiore.
Coloro che coltivano una religione o una pratica spirituale collegata a qualche filosofia pregano o meditano con l’idea che dopo tante preghiere gli è dovuta la sospirata ricompensa da quel dio a cui si sono affidati. Bene anche in questo ambito c’è spesso un atteggiamento bambino che pretende addirittura da dio. In molti miti vediamo come l’uomo si adira quando i suoi dei non lo soddisfano. Persino nel rapporto con Dio entriamo in conflittualità. Possiamo lasciare l’infanzia degli dei e rivolgerci a quella dimensione spirituale dell’Anima che appartiene a tutti e che ci fa appartenere a tutti e a tutto. Questa anima universale è Amore puro e incondizionato. E’ un ‘energia che si espande e illumina i momenti bui. Possiamo continuare a chiamarla genericamente Dio, o Luce, Amore, Grande Anima. E’ la fonte di Vita da cui proveniamo. Allora possiamo anche imparare a nella nostra adultità a pregare in un modo diverso, rivolgendoci a questa Luce con la preghiera del cuore più semplice che dice con amore e con fiducia: – per favore -. E sia quel che sia, perché sarà la soluzione migliore per me.
– Per favore – recitata nel silenzio interiore e raccolti al centro del cuore dà inizio ad ogni guarigione.

Impariamo dalla natura

“Violetta selvatica”

detta anche Il fiore dell’ umiltà

La violetta è una pianta che in natura, cresce in vari terreni, anche argillosi, l’importante umidi. Si diffonde in macchie estese o sulle pareti erbose dei sentieri, lungo i corsi d’acqua, in montagna e persino nelle zone artiche. Quindi presenta una grande resistenza e capacità di adattamento in vari ambienti. Ha la capacità di fiorire all’inizio dell’inverno perché tollera freddo. La violetta ha modeste esigenze, anche se viene coltivata tn vaso, ha un corpo piccolo e il capo è reclinato verso il basso: perciò è il fiore che rappresenta al meglio l’umiltà.
Il fiore e le foglie da cui si ricava il profumo hanno un’ampia applicazione in erboristeria come olio essenziale e tisane. Le sue virtù curative sono note fin dai romani per alleviare i disturbi respiratori, il mal di testa, calmare l’ansia. E’ un fiore commestibile: un buon ingrediente in cucina e nella preparazione dei dolci a cui il profumo e le bellezza della forma e del colore, contribuiscono a dare alle pietanze e alla tavola, un tocco di eleganza gusto e raffinatezza.

 

Humus è il nutrimento essenziale per piante e microorganismi 

da Humus deriva umiltà

Dal latino humus, da cui deriva la parola umiltà, significa, suolo, terreno. Che cos’è l’humus?
E’ una parte fondamentale del terreno e svolge funzioni di grande importanza necessarie alla vita e alla stabilizzazione dell’ambiente biologico e fisico. Innanzitutto l’humus è un nutrimento per il terreno e ottimo cibo di qualità nutritive per le piante. Infatti è un concentrato di varie sostanze solubili miscelate e ricche di acqua con la capacità di trattenere l’acqua senza farla evaporare, è un alimento continuamente disponibile per le piante. Esso è il prodotto finale di un processo di trasformazione ad opera di microorganismi, insetti, lombrichi, formiche e altri di materiale organico, foglie, animali.

l’humus preserva il nostro territorio

L’humus ha qualità molte importanti: la porosità mantiene l’umidità del terreno a lungo, favorisce l’areazione e il drenaggio del terreno  per la crescita delle radici e per le sostanze nutritive che fertilizzano il terreno. Il colore scuro dell’humus permette di assorbire luce e calore al terreno, per la buona crescita delle piante e per mantenere bassa la temperatura climatica. Tiene solida la struttura del terreno, essenziale per tutelare l’ambiente da erosioni, desertificazioni e danni dovuti a grandi piogge che trascinano con sé strati di terreno e alberi. I processi biochimici che mette in atto svolgono una funzione nella protezione da inquinamento di metalli pesanti come il ferro e l’alluminio.

“E’ quando rimango piccolo, che la Vita mi appare in tutto il suo splendore e ricchezza.

E’ quando rimango piccolo che la Vita mi sorride. Sono amata. Sono felice.

E’ quando rimango piccolo che La Vita ed io camminiamo insieme.”

                                                                                                               Leopoldina De Varti

 

Il primo insegnamento che ci viene dall’humus naturale è che l’umiltà del cuore ha una grande forza., contrariamente all’immagine che potremmo avere della persona umile come persona debole.
L’umiltà è una virtà conquistata durante le esperienze più dure della vita. Quindi quando l’abbiamo acquisita ci siamo anche fortificati. E’ la chiave che ci fa crescere e progredire nella vita e nel lavoro.E’ la virtù che tutte le tradizioni spirituali invitano ad imparare. L’umiltà è una virtà che ci fa vincenti. Perchè? Le persone umili hanno un contatto molto forte con la terra, conoscono l’importanza di tenersi in basso e tenere i piedi per terra. Nell’umiltà riconosciamo i nostri limiti e guardiamo ai nostri errori per apprendere la lezione. Da tutto ciò ricaviamo pace e riusciamo ad entrare in una relazione più ricca con gli altri. La persona umile non entra in competizione, non fa confronti e non invidia i successi altrui, non dipende da simpatie e antipatie. Riesce a riconoscere ciò che è apprezza il talento degli altri e le loro capacità, aiuta al bene, impara umilmente da tutte le esperienze e da tutti. Quando ha successo non se ne vanta, rimane con i piedi a terra, in basso.

Il primo insegnamento che ci viene dall’humus naturale è che l’umiltà del cuore ha una grande forza., contrariamente all’immagine che potremmo avere della persona umile come persona debole.
L’umiltà è una virtà conquistata durante le esperienze più dure della vita. Quindi quando l’abbiamo acquisita ci siamo anche fortificati. E’ la chiave che ci fa crescere e progredire nella vita e nel lavoro.E’ la virtù che tutte le tradizioni spirituali invitano ad imparare. L’umiltà è una virtà che ci fa vincenti. Perchè? Le persone umili hanno un contatto molto forte con la terra, conoscono l’importanza di tenersi in basso e tenere i piedi per terra. Nell’umiltà riconosciamo i nostri limiti e guardiamo ai nostri errori per apprendere la lezione. Da tutto ciò ricaviamo pace e riusciamo ad entrare in una relazione più ricca con gli altri. La persona umile non entra in competizione, non fa confronti e non invidia i successi altrui, non dipende da simpatie e antipatie. Riesce a riconoscere ciò che è apprezza il talento degli altri e le loro capacità, aiuta al bene, impara umilmente da tutte le esperienze e da tutti. Quando ha successo non se ne vanta, rimane con i piedi a terra, in basso.

“La vita è una lunga lezione di umiltà”

“L’esperienza ha poco da insegnare”

se non viene vissuta con umiltà”

                                                                                                                                        Michelangelo

Da humuderiva humanus, umano. Essere (h)umano significa essere della terra, ricca di elementi che nutrono. Si è esseri (h)umani, dunque,  in quanto appartenenti alla terra e come humus esseri fertili capaci di nutrire altri esseri viventi per favorire la crescita e lo sviluppo della vita individuale e sociale. Questo nutrimento è dato con il corpo, le emozioni, le idee pensiero, il fare, il creare, e quando è (h)umano è dato in modo umile.

Una persona si dice umana quando nella relazione con gli altri è benevola, cioè tende a volere il bene altrui e si pone in modo gentile e mite.

Violetta il fiore per dire. – Penso a Te –

esprime Tenerezza e Pudore

 

I fiori spuntano da un sottile e piccolo gambo carnoso color marrone e hanno 5 petali. I fiori piccoli e delicati sono tra le foglie carnose, verde scuro, a forma di cuore e ampie, che avvolgono i fiori dalla base del gambo. La violetta delicata è come protetta dalle sue foglie e a volte anche nascosta tra esse. Per la forma delle foglie a cuore, la delicatezza del fiore, il suo colore e profumo intenso e al tempo stesso fresco, è stata utilizzata fin dall’antichità greci e romani durante feste e nozze, anche per adornare i tavoli del banchetto. Durante il periodo romantico i giovani portavano violette sulla giacca. L’innamorato regalava un mazzetto di violette per esprimere il proprio amore in segreto e la propria timidezza nel dichiararlo apertamente. Con la complicità della violetta, gli amanti si incontravano e si corteggiavano. La semplicità e grazia nel porgere il fiore, la discrezione degli sguardi, e l’improvvisa ventata di profumo, intenso e fresco, al tempo stesso, si effonde su tutto il corpo in risonanza con quell’amore nuovo dei verdi anni, immenso e tenero, pieno di delicate attenzioni e di pudore. Un mazzetto di violette dentro un libro o posato sulla sedia, sul tavolo, dovunque la persona amata nel suo passaggio potesse trovarlo. E’ la bellezza della sobrietà e dell’eleganza dei piccoli gesti che nella loro semplicità d’animo sanno trasmettere l’essenza di un sentimento puro e desideroso di darsi. La violetta è presente anche nei funerali dei bambini e dei giovani e vergini , morti prematuramente, come simbolo della loro innocenza e purezza.

esprime Tenerezza e Pudore

di Marco d’Oggiorno, allievo di Leonardo Da Vinci

 

Pratica Quotidiana per il tuo BenEssere

  • Sperimentati a chiedere – per favore-
  • Allenati a riconoscere i tuoi errori, impara da essi la lezione.
  • Accetta il giudizio altrui, senza reagire subito e ascoltati dentro.
  • Utilizza l’olio essenziale di violetta sui polsi e la nuca nei momenti di stress e lasciati influenzare dal profumo.
  • Ascolta come cambiano le tue sensazioni fisiche.
  • Fai il tuo humus: prendi un po’ di terreno aggiungi qualche foglia secca e piccoli ramoscelli, lascia che arrivino insetti, se puoi mettici dei lombrichi, mettici qualche seme o germoglio e osserva. Per effetto della risonanza la trasformazione, del terreno e le varie fasi della pianta, agisce in te per la tua crescita felice